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Laura Rossin

Quando i problemi in azienda sono relazionali - Come gestire le emozioni

Aggiornamento: 15 dic 2020


In questo articolo ti racconto perché se gestisci delle persone devi capire come funzionano i loro comportamenti al lavoro e fare i conti con le loro emozioni.


Nel mondo aziendale ci sono due tipi di imprenditori: quelli che lavorano risolvendo i problemi tecnici-organizzativi per far crescere il proprio business e quelli che passano metà del tempo a risolvere problemi di tipo relazionale con i dipendenti e le incomprensioni che si vengono a creare tra colleghi.


Se ti riconosci nella seconda categoria questo è un articolo che ti può interessare.


In azienda c’è sempre un problema da risolvere.


Un approccio utile quando ci si trova davanti ad un problema è prima individuare di che tipologia si tratta. Può essere un problema tecnico, quindi per risolverlo è necessaria una conoscenza un dispositivo/macchinario adatto, oppure organizzativo, quindi di coordinamento e pianificazione o relazionale tra le persone coinvolte.

Individuare la categoria di appartenenza del problema che dobbiamo risolvere non è sempre facile e talvolta sono presenti tutti e tre contemporaneamente.


Per risolvere il problema è fondamentale capire a quale di queste categorie esso appartiene.


Mi occupo di psicologia del lavoro e il mio compito è quello di aiutare imprenditori, manager e dipendenti a differenziare se il problema è di tipo relazionale (terza categoria), cioè se la difficoltà incontrata dipende dall’interazione tra le persone che cercano di risolverlo. Una volta stabilito che il problema appartiene a questa categoria nelle prossime righe ti spiego come poter procedere per analizzarlo e risolverlo insieme ai dipendenti.

Quando il problema sembra irrisolvibile e nascono conflitti allora con molta probabilità ti trovi davanti ad un problema relazionale.


Le problematiche relazionali talvolta sono più difficili da vedere e da gestire.

Da vedere perché agiamo in prima persona e osservare il proprio comportamento non è sempre semplice. Da gestire perché è necessario possedere competenze specifiche sulle dinamiche psicologiche e comportamentali sui luoghi di lavoro, solitamente possedute dallo psicologo del lavoro.


La relazione tra le persone all’interno delle imprese è complessa ed entrano in gioco molte variabili. La comunicazione è stata affrontata in un altro articolo che puoi leggere qui.


In questo articolo approfondiamo le problematiche relazionali che insorgono quando la gestione delle emozioni in azienda non viene presa in considerazione come variabile che agisce sul comportamento lavorativo.


Se decidi di non gestire le emozioni personali e del gruppo si potranno creare forti incomprensioni sul posto di lavoro che richiedono interventi extra al manager o all’imprenditore, perché si troverà a dover mediare tra i collaboratori. Questo tempo deve essere ridotto al minimo, così potrai concentrarti nella risoluzione dei problemi che porteranno la tua impresa a produrre di più.



Le emozioni influiscono direttamente sulla performance lavorativa e sui compiti assegnati; indirettamente sul clima aziendale e sul business dell’impresa.


Ora facciamo un passo indietro per capire lo scopo delle emozioni nel singolo individuo e cosa significa gestirle in azienda.


Prima di essere un lavoratore, il tuo dipendente è una persona.


La persona è un sistema dotato di regole interne e il loro rispetto determina il buon funzionamento. Le emozioni non fanno eccezione, fanno parte del sistema hanno le loro regole e se non rispettate il rischio è quello che la persona inizi a mettere in atto comportamenti disfunzionali, come per esempio iniziare ad essere più scontroso, oppositivo, i compiti sono percepiti come più faticosi, la persona si irrigidisce sulle sue posizioni senza riuscire ad ascoltare le ragioni dell’altro.


Quando parlo delle emozioni mi piace equipararle alla funzione della bussola. La bussola indica la direzione, le emozioni indicano alla persona cosa sta accadendo dentro e fuori da essa.


Le emozioni hanno uno scopo preciso e servono per orientarsi nell’entrare in relazione con se stesso e con gli altri. Emozioni e comportamento sono strettamente collegati e interdipendenti.


La paura ci indica che siamo in pericolo. All’interno dell’ambito lavorativo può presentarsi come la paura di perdere il lavoro, non essere all’altezza, essere esclusi, essere giudicati.


La rabbia è l’emozione che scatta quando qualcosa o qualcuno ostacola il raggiungimento di un bisogno o di un obiettivo. Al lavoro è importante occuparsene perché è un’emozione contagiosa quindi se aggredisci i colleghi il rischio è quello che reagiranno a loro volta con manifestazioni di rabbia o irritazione, contribuendo così a creare un cattivo clima sul luogo di lavoro, dando origine ai problemi relazionali menzionati qualche riga qui sopra.


Il piacere è alla base della felicità. È importante che i lavoratori individuino momenti di piacere al lavoro che può essere lavorare con un collega in particolare, occuparsi di un compito che gli piace, bersi il caffè. La mancanza di questa emozione al lavoro porta la persona ad essere scontenta, poco produttiva e fa nascere il desiderio di cambiare organizzazione.



Adesso che abbiamo individuato lo scopo, vediamo cosa significa gestirle in azienda.


Le emozioni, avendo uno scopo da raggiungere o un bisogno da soddisfare, portano la persona ad avere un comportamento. Ecco allora il perché emozioni e comportamenti delle persone in orario di lavoro assumono rilevanza per imprenditori e manager.


Una persona che ha paura di essere licenziata, per l’errore che ha commesso, tenderà a nasconderlo. Se un collega non svolge un compito assegnato scatenerà la rabbia degli altri dipendenti che sentiranno venir meno il senso di giustizia o l’inosservanza della consegna. Il collaboratore che arriva sempre in ritardo forse avrebbe bisogno di ristabilire il senso di piacere con la sua giornata lavorativa.



La prossima volta che ti ritroverai a passare il tuo tempo a mediare nella relazione con i collaboratori o nei conflitti con i colleghi ripensa a quanto detto fin qui:


  1. Riconosci in quale categoria il problema può essere collocato (tecnico, organizzativo o relazionale)

  2. Se appartiene alla categoria relazionale, prima verifica che la comunicazione sia adeguata

  3. Se ancora non è risolto ricordati il comportamento è dettato da un’emozione, il cui scopo è quello di orientare la persona a soddisfare un bisogno o raggiungere uno scopo. Prova a chiederti qual è l’emozione dominante paura, rabbia o assenza di piacere per l’attività lavorativa?


Alcune domande utili per orientarti nella pratica:

Cosa temono i mei collaboratori?

Cosa non stanno raggiungendo?

Dov’è l’entusiasmo?


Imprenditori e manager hanno l’arduo compito di gestire le persone, ma tenendo conto che hanno un funzionamento ben specifico il compito si semplifica di molto.


Se i problemi relazionali all’inizio dell’articolo sembravano non avere un senso, ora sai con cosa hai a che fare: le emozioni.


Quando scoverai l’emozione che il tuo collaboratore ti sta portando sotto forma di furibondo litigio o sotto forma di noiosa lamentela, allora potrai tornare ad occuparti delle questioni importanti per il tuo business.

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